CORPUS DOMINI

CORPUS DOMINI 

 

 

La solennità del Corpus Domini (espressione latina che significa Corpo del Signore), più propriamente chiamata solennità del santissimo Corpo e Sangue di Cristo, è una delle principali solennità dell'anno liturgico della Chiesa cattolica. Si celebra il giovedì successivo alla solennità della Santissima Trinità.Rievoca, in una circostanza liturgica meno carica, la liturgia della Messa in Cena Domini del Giovedì Santo.

PROCESSIONE

In occasione della solennità del Corpus Domini si porta in processione, racchiusa in un ostensorio, un'Ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero[senza fonte], presente nel Santissimo Sacramento. È l'unica processione dell'anno liturgico ad essere di precetto, secondo il diritto canonico.

Venne istituita l'8 settembre 1264 da papa Urbano IV con la Bolla Transiturus de hoc mundo in seguito al miracolo di Bolsena, promulgata da Orvieto che conserva il miracolo; nacque però in Belgio nel 1246 come festa della diocesi di Liegi. Il suo scopo era quello di celebrare la reale presenza di Cristo nell'Eucaristia. L'introduzione di questa festività nel calendario cristiano la si deve principalmente ad una donna, suor Giuliana di Cornillon, una monaca agostiniana vissuta nella prima metà del tredicesimo secolo. Da giovane avrebbe avuto una visione della Chiesa con le sembianze di una luna piena, ma con una macchia scura, ad indicare la mancanza di una festività[2].

Nel 1208 ebbe un'altra visione, ma questa volta le sarebbe apparso Cristo stesso, che le chiese di adoperarsi perché venisse istituita la festa del Santissimo Sacramento, per ravvivare la fede dei fedeli e per espiare i peccati commessi contro il Sacramento dell'eucarestia. Dal 1222, anno in cui era stata nominata priora del convento di Mont Cornillon, chiese consiglio ai maggiori teologi ed ecclesiastici del tempo per chiedere l'istituzione della festa. Scrisse una petizione anche ad Ugo di Saint-Cher, all'arcidiacono di Liegi, Jacques Pantaléon (futuro Urbano IV) e a Roberto de Thourotte, vescovo di Liegi. Furono proprio l'iniziativa e le insistenti richieste della monaca a far sì che, nel 1246, Roberto de Thourotte convocasse un sinodo ed ordinasse, a partire dall'anno successivo, la celebrazione della festa del Corpus Domini. All'epoca i vescovi avevano infatti la facoltà di istituire festività all'interno delle loro diocesi.

Si dovette aspettare però il 1264, alcuni anni dopo la morte di suor Giuliana e di Roberto de Thourotte, perché la celebrazione fosse estesa a tutta la Chiesa universale.

Durante il periodo delle guerre di religione in Francia (in verità tra il 1540 e il 1600, cioè in un arco temporale leggermente più lungo), la processione del Corpus Domini fu un'occasione di gravi perturbazioni della pace. Infatti per i Calvinisti (noti in Francia come Ugonotti) la transustanziazione è una leggenda priva di fondamento, e persino offensiva nei confronti della reale religione evangelica. Gli Ugonotti facevano la processione oggetto di numerose provocazioni, e veri e propri attacchi alle immagini e all'ostia (che spesso si trasformavano in battaglie), oppure semplicemente dimostravano la loro diversità religiosa (non stendendo alla finestra le tovaglie che, tradizionalmente, le famiglie cattoliche francesi mettevano in mostra in omaggio alla processione, lavorando ostentatamente alle finestre o davanti agli usci ecc.). Sovente inoltre le folle cattoliche si radunavano per la processione e poi attaccavano i protestanti in massa, sia con omicidii che con "semplici" bastonature, e magari saccheggi e torture, oppure chiedevano il perdono e la benedizione ecclesiastica per le violenze che avevano perpretrato nei giorni precedenti proprio in occasione del Corpus Domini.

Fino alla metà del '600 in certe zone della Francia la processione del Corpus Domini fu quindi accompagnata da massici schieramenti di forza pubblica, e con i fedeli in genere armati e pronti a difendere l'ostia da eventuali profanazioni.

 

Nel 1977, in Italia la Conferenza episcopale decise di spostare i festeggiamenti alla seconda domenica dopo Pentecoste. Con legge 5 marzo 1977, n. 54, cessarono di essere considerate festive in Italia, agli effetti civili, oltre al giorno del Corpus Domini: l'Epifania (6 gennaio), il giorno di San Giuseppe (19 marzo), il giorno dell'Ascensione (40 gg. dopo la Pasqua), il giorno dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno) e furono spostate rispettivamente alla prima domenica di giugno ed alla prima di novembre le celebrazioni della Festa della Repubblica (giorno 2 giugno) e dell'Unità Nazionale (ex Festa della Vittoria della prima guerra mondiale, 4 novembre). Otto anni dopo, con il D.P.R. 792/1985, veniva ripristinata, sempre agli effetti civili, la festività dell'Epifania e, limitatamente al Comune di Roma, quella dei Ss. App. Pietro e Paolo. Con la L. 336/2000 dal 2001 ridivenne festivo anche il giorno 2 giugno, al quale fu riportata la celebrazione della Festa della Repubblica.

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